mercoledì 23 febbraio 2011

Viaggio al termine della notte - Cèline


A cinquanta anni dalla sua morte, Louis Ferdinand Céline ancora divide gli animi e le coscienze per quello che fu il suo dichiarato antisemitismo, tanto che in Francia è stato inserito a fatica nell’annuario 2011 del «Recueil des Célébrations nationales» che elenca i vari anniversari che ricorrono in Francia ogni anno, suscitando non poche polemiche.

Cerco di soffermarmi sull’artista e non sull’uomo, le cui scelte e pensieri sono opinabili e non condivisibili. Come ha detto al riguardo Henri Godard, professore della Sorbona, “siamo ormai in grado di riconoscere l' arte anche quando non coincide con i nostri valori morali, o li contraddice”.

La lettura è stata Viaggio al termine della notte, forse la sua opera più importante, di sicuro un grandissimo affresco del ‘900, irriverente, dissacrante, ironico, vero. Perché il merito di Cèline è quello di riuscire a comunicare “di pancia” i pensieri, le amare riflessioni, le contraddizioni di un’epoca. Colpisce il suo scritto diretto dove non fa sconti neppure a se stesso, includendosi e sottoponendosi alla severa critica riservata all’uomo, dove tutte le sfumature più meschine sono messe a nudo, dando voce con coraggio ai pensieri da tutti pensati ma che nessuno ha il coraggio di pensare ad alta voce.

Lo stile è ritmato, mai banale, sembra quasi seguire i tempi di una grande commedia comica.

Consigliato: a chi cerca qualcosa di concreto, senza perdersi in strade fantasiose che rincorrono sogni irraggiungibili. A chi vuole leggere una fotografia autentica della prima metà del secolo passato.

Nessun commento:

Posta un commento